GRAZIE CARO GIACOMO
Nel giorno esatto del centenario della morte di Giacomo Puccini, 29 Novembre 1924, un piccolo omaggio per commemorare l'ultimo grande operista italiano e per riflettere sulle ragioni del declino del melodramma dopo di lui.
Nel giorno esatto del centenario della morte di Giacomo Puccini, 29 Novembre 1924, un piccolo omaggio per commemorare l'ultimo grande operista italiano e per riflettere sulle ragioni del declino del melodramma dopo di lui.
Quando siamo chiamati a qualche prova (di lavoro, musicale, sportiva o di vita in generale) sale la tensione e la nostra mente può farci brutti scherzi. Ecco qualche consiglio pratico su come educare il nostro cervello a fare il bravo, per essere più efficaci possibile senza cedere all'ansia.
(Tempo di lettura: 3 minuti e mezzo) Pensare a Monteverdi equivale pensare alla nascita del melodramma, dell’Opera e della musica moderna. La mente va ai suoi libri di madrigali, all’ “Orfeo”, all’ “Incoronazione di Poppea”, tutti lavori in ambito profano che hanno veramente determinato la svolta, il cambiamento definitivo di direzione. Ma questo genio assoluto ha lasciato il segno anche nel ben più saldo mondo musicale sacro, da sempre meno incline alle rivoluzioni e alle novità. Come i veri grandi, Monteverdi ha saputo CONIUGARE INNOVAZIONE E TRADIZIONE, portando ad incontrarsi MEMORIA RINASCIMENTALE e TENDENZE BAROCCHE, perfino nella sua produzione religiosa. Canto gregoriano e polifonia (anche complessa) sposano lo stile moderno, l’espressione emotiva del testo aderisce al contrappunto, l’inserimento dello stile concertato (cioè il dialogo tra solisti, coro e strumenti) teatralizza, mette in scena e rende vive le storie e le parole presentate da testi di
Chissà perché quando si è tanto amati dal pubblico spesso e volentieri si viene disapprovati dalla “critica”, certe volte con un astio quasi incomprensibile. E’ quanto accaduto al nostro Giacomo Puccini, che ha dovuto affrontare una serie di detrattori nell’ambito della “torre d’avorio” di chi si erge a giudice delle opere altrui. Vediamo brevemente nel dettaglio queste critiche e proviamo a smontarle una per una. (Sigla iniziale: all'arpa il Maestro Davide Burani).
(Tempo di lettura: 3 minuti circa) Estate, tempo di leggerezza. E di cocktail, freschi, dissetanti e colorati. Meglio ancora se ispirati ai grandi Maestri della Musica. Sono 3 i drink dedicati ai nostri compositori e… il Bellini non è tra questi perché, come sapete, fu dedicato al pittore Giovanni Bellini dal celebre Giuseppe Cipriani, proprietario e bartender del mitico Harry’s Bar di Venezia. Era il 1948 e la veste di un angelo in un dipinto del pittore fu da spunto per il colore della bevanda rosa tenue, derivata da purea di pesca e champagne. Il buon Vincenzo Bellini dovrà accontentarsi della “pasta alla Norma” in suo onore… I 3 cocktail intitolati davvero ai nostri compositori sono il Rossini, il Puccini e il Donizetti, quest’ultimo di recente invenzione. Sempre opera di Cipriani è il Rossini, variante del Bellini: al posto delle pesche, polpa di fragole frullata. Il colore
Possibile il binomio Puccini-Pianoforte? Assolutamente sì. Al di là del fatto che era il suo strumento preferito per sua stessa ammissione e che sono molti i filmati e le foto d’epoca che ce lo mostrano seduto al pianoforte a comporre la sua musica, con l’eterna sigaretta in bocca, Puccini scrisse regolarmente pezzi per pianoforte durante la sua vita. Scopriamoli insieme. Buon ascolto! (Sigla iniziale: all'arpa il Maestro Davide Burani)
(Tempo di lettura: 3 minuti circa.) Con quattro podcast dedicati al mare nella musica (nella sezione CONTENUTI di questo sito) non potevo, da grande amante della montagna quale sono, non dedicare almeno qualche riga al paesaggio montano nella musica. Sono diversi i brani musicali ispirati alla grandezza delle montagne, ma a mio avviso il più impressionante e completo è “Eine Alpensinfonie” op. 64 di Richard Strauss, scritto tra il 1911 e il 1915 e pensato come colossale affresco sinfonico, con tanto di organo e orchestra mastodontica di ben 137 elementi, che ci accompagna sui monti per un viaggio di quasi 24 ore. Infatti, secondo le note programmatiche dell’autore divise in 22 momenti diversi, si parte dalla notte scura e misteriosa, per assistere al grandioso sorgere del sole con un tema eroico e monumentale, per poi approdare all’inizio della salita, con l’uomo (viandante) che si
La rondine è una lettera, una confessione privata, un autoritratto sentimentale, ma anche terreno di rinnovati esperimenti musicali, che con ironia e leggerezza sa guardare al futuro e ai recessi più intimi dell’animo umano, parlando della distanza tra sogno e vita con disincanto e consapevolezza. Qualche minuto dedicato a quest’opera ingiustamente dimenticata. Buon ascolto! (Sigla iniziale: all’arpa il Maestro Davide Burani).
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